di Laura Zucchetti, Radio 3iii

Prendete un gruppo di giovani artisti. Uniteli sotto il segno di un unico, ambizioso obiettivo. Aggiungete una buona dose di entusiasmo, impegno, coesione e tanto, tanto lavoro. Non c’è dubbio: il risultato è assicurato. È una favola a lieto fine quella dello spettacolo “All Shook Up”, realizzato dalla Compagnia Teatro Caléa di Locarno e messo in scena la scorsa primavera al Palexpo e al Teatro cittadino. Una favola che, come nella migliore delle tradizioni, per raggiungere quell’anelato lieto fine ha dovuto attraversare un intreccio irto di ostacoli e difficoltà.
La strada, soprattutto in partenza, si è presentata tutta in salita: sin dalla base, dalla scelta stessa del musical da portare in scena. La preferenza iniziale era infatti andata nella direzione del più noto “Grease”, sul quale ci si è buttati a capofitto: richiesta dei diritti d’autore, ricerca di sussidi e spazi, audizione per la formazione del cast, programmazione preventiva della costruzione dello spettacolo. Ma dopo mesi di lavoro, la porta si chiude: il progetto “Grease” non ottiene la licenza. Tutto da rifare.
Non ci si perde d’animo: il team organizzativo – Alexandra Lanini, Jesaia Pura, Giulia Baccarin, Ilaria Broggini e Simone Voumard – si rimbocca le maniche e si mette alla ricerca di un nuovo copione. Eccolo: è “All Shook Up”. Una scoperta. Quella che potrebbe sembrare una seconda scelta si rivela invece una sfida appassionante per tutto il cast, composto da 21 giovani artisti ticinesi. Interamente in lingua inglese, lo spettacolo viene tradotto da Alexandra e Jesaia. Viene attuata una nuova programmazione, in grado di rispettare i termini prestabiliti. Vengono confermate le sale per la messa in scena: il più tradizionale Teatro di Locarno e il Palexpo, più “giovane” perché generalmente adibito a cornice per concerti. Vengono scelte e adattate le musiche, ispirate alla leggenda Elvis Presley.
C’è fermento. La macchina organizzativa è ormai perfettamente oliata e ogni elemento svolge con precisione il proprio ruolo: Alexandra Lanini si occupa delle coreografie, della regia, del montaggio dei cori, assumendosi la responsabilità della direzione artistica in ogni sua sfumatura; in qualità di assistente alla regia, Giulia Baccarin pensa ai costumi e all’organizzazione dei cambi di scena; i contatti con enti e sponsor, essenziali per poter garantire la qualità dello spettacolo, sono sotto la responsabilità di Ilaria Broggini; Jesaia Pura s’immerge completamente nella performance attoriale; Simone Voumard prende le redini della parte musicale, dando vita al complesso destinato a salire sul palco e ad accompagnare, dal vivo, la messinscena. Ma anche tutti gli altri membri della compagnia danno il loro, irrinunciabile, apporto, in un crescendo di collaborazione e sostegno reciproci. Fino al successo finale, decretato da un pubblico tanto numeroso quanto entusiasta. Contro ogni più rosea aspettativa, le entrate superano il migliaio, e, soprattutto, non lesinano applausi e critiche positive. Un vero successo, dunque, che corona diciotto lunghi mesi di duro lavoro.
In questo quadro positivo c’è però spazio anche per l’autocritica, quella costruttiva. C’è un aspetto che andrà infatti migliorato in futuro: quello tecnico. Per crescere e offrire performances sempre più d’impatto, la compagnia è decisa a impegnarsi nella ricerca di fondi che le permettano di dotarsi di attrezzature di maggiore qualità. Intende inoltre ingaggiare professionisti del settore che seguano la creazione degli spettacoli fin dai suoi albori.
La strada imboccata è sicuramente quella giusta. Ora non resta che continuare a percorrerla.